Sono stata piuttosto combattuta se scrivere o meno questo post. Ma alla fine ho pensato che condivido con voi su questo mio spazio un pezzo di me, anche se alla fine vi parlo di frivolezze, trucchi e sbrillucchi, vi parlo per vie traverse di come sono fatta, quindi trovo giusto che abbiate una visione completa della mia persona…come le foto non photoshoppate e senza filtri…perché anche le cose meno belle fanno parte della vita di tutte noi.
D’altra parte il mio blog è il mio rifugio, il mio angolo colorato e sicuro, che spesso mi ha aiutato a superare momenti bui e difficili, facendomi concentrare su altro, su cose piacevoli, quando tutto intorno c’erano solo brutture o quasi.
Quindi eccomi qui a parlarvi di un pezzo molto difficile e delicato della mia vita…che temo sia purtroppo un pezzo difficile della vita di molti italiani al momento.
Sorvolo sui dettagli, anche se dalla lettura del post, sarà facilmente intuibile quello che mi sta succedendo.
Mi soffermo invece sulle riflessioni che, la notizia che ho ricevuto la scorsa settimana, hanno suscitato e stanno suscitando nel mio contorto cervello.
Partite da un principio, sono una persona che adora lavorare, prendersi le sue soddisfazioni per degli obiettivi raggiunti, adoro imparare, sono curiosa, sono puntigliosa nel mio lavoro, precisa e onesta. Amo, “però”, anche ragionare col mio cervello, e questo non sempre viene ritenuto un pregio negli ambienti lavorativi.
Sono anche una persona schietta che non le manda a dire e che non sopporta di vedere le cose storte, ed anche questo è scomodo come approccio nella maggior parte dei casi.
Sono convinta che oltre a pagare il prezzo della “crisi” che attanaglia il nostro paese, sto pagando il prezzo di quelle che vi ho appena sopraelencato che per me sono qualità, ma per molti no.
Cosa succede a questo punto? Cosa succede dopo la tegolata in testa della scorsa settimana?
Succede che, inaspettatamente mi sento meglio, mi sembra di avere finalmente la possibilità di rendere giustizia al mio cervello ed alla mia persona, liberandoli da catene che da anni li attanagliano ma da cui, da buona madre di famiglia, non sono riuscita fino ad oggi a trovare il coraggio di liberarli per paura dell’ignoto.
Bene, adesso la porta si sta chiudendo, le catene si stanno sciogliendo per ”colpa/merito” di altri che hanno fatto questa scelta al posto mio. E io, paradossalmente, quasi gioisco insieme alla rabbia che provo! Perché? …perché posso finalmente provare ad aprire il classico “portone”!
No, non sono pazza e No non sputo nel piatto dove mangio!
Dico solo che oggi ormai fare, o provare a fare, un lavoro che ci diverte è quasi un affronto…la mia generazione, cresciuta nelle bambagie degli sfarzosi anni ’80, in cui tutto sembrava raggiungibile e realizzabile senza grossissimi sforzi, si è trovata a sbattere violentemente contro un enorme ed insormontabile muro di cemento armato! Dapprima siamo riusciti a trovare un lavoro, che se avevamo fortuna ci piaceva anche (era il mio caso) con la laurea in tasca che è servita più per cultura personale che per altro, ma vabbè. Siamo quindi diventati la generazione dei milleuristi, perché, per quanto pochi, quei soldi ci servivano, ci regalavano la nostra agognata e meritata indipendenza ed autonomia. Poi le cose sono peggiorare ed è arrivata Lei…la Crisi…e il vortice in cui le nostre famiglie (per chi come me nel frattempo aveva deciso di metterne su una) è stato sempre più violento e profondo.
Abbiamo imparato a barcamenarci anche in quel genere di tempeste, affrontando col sorriso sacrifici e privazioni, perché comunque ci poteva stare, i momenti brutti arrivano, bisogna solo gestirli ed aspettare che passino.
Nel frattempo il lavoro ha smesso di piacerti, l’ambiente si è imbastardito (quando l’acqua e poca, ossia scarseggia …la papera nun galleggia…cit. i tre ttre ….chi era adolescente negli anni ’80 capirà la citazione). Abbiamo imparato ad incassare colpi, abbiamo inghiottito boccate amare ed umiliazioni, perché il lavoro ci serviva per pagare l’affitto di casa e per vivere dignitosamente ed in autonomia. Abbiamo anche accettato di snaturare il nostro ruolo lavorativo, sobbarcandoci mansioni non all’altezza della funzione che in origine ci era stata assegnata.
Io personalmente, però, mi ritrovavo a tornare a casa da lavoro, e mi domandavo….”ma tu vuoi fare questa vita per sempre?!?” E la risposta era un NO secco, rabbioso, rivoltoso ed offeso!
Abbiamo continuato a sorridere, nonostante tutto….sperando con tutte le forze che fosse solo ….sempre un maledettissimo periodo e che le cose cambiassero, prima o poi.
Ma nulla è cambiato, e se lo ha fatto è stato solo in peggio.
Ho usato il plurale maiestatis, non per manie di grandezza, ma perché so bene che molte, moltissime persone hanno vissuto e vivono questi stati d’animo quotidianamente ormai e da tempo.
Ora quindi, veniamo a come io personalmente vivo, la tegola in testa……
Basta…lascia andare….liberati….
Sarò anche molto probabilmente senza lavoro fra un paio di mesi, ma il mio cervello sarà felice e mi ringrazierà…riprenderà a respirare aria fresca, pulita e non stantia e pregna di presunzioni infondate di altri!
Se facessi di tutto per restare, non renderei giustizia al mio cervello e al mio spirito (che è già parecchio provato). Mi sentirei sconfitta pur vincendo una battaglia….
E poi c’è mi figlia…cosa le dovrei insegnare: “figlia mia nella vita ti devi accontentare, accantona i tuoi sogni, i tuoi progetti, non devi essere ambiziosa nemmeno un pizzico, devi guadagnarti onestamente da vivere ma devi subire ed in silenzio. Il cervello che mamma e papà ti hanno fatto non è vitale…servono i soldi per campare!” …onestamente NO proprio non ce la faccio!
Quindi, anche se mi sento bipolare, mentre lo scrivo mi sento quasi bene, tramortita, ma sollevata.
Spazio a nuovi progetti, nuove avventure, nuove possibilità……aria leggera e fresca. Un toccasana…mi sembra di avere vissuto in apnea per qualche anno.
Non mi fraintendete vi prego, so bene che nel nostro paese anche uno straccio di lavoro è ossigeno per moltissimi, lo so! Io stessa non ho rinunciato al mio anche quando non mi piaceva proprio più! Ma PER ME questo tipo ossigeno è tossico ormai. Ho bisogno di rendermi giustizia, ho bisogno di provare a raggiungere i miei sogni di quando ero ragazzina, quando tutto sembrava realizzabile.
Ho bisogno di crederci con tutte le mie forze, di provarci, di sacrificarmi, di lavorare duro per provare a riuscirci! E quindi sono arrabbiata ma felice!
Questo post sono pure elucubrazioni mentali, me ne rendo conto, e vi chiedo scusa per questo. Ma è un pezzo di carne viva del mio corpo e non posso ignorarlo. Gridava per uscire.
Mi auguro che questo articolo sia anche d’aiuto per chi, magari si sta trovando a dovere affrontare una situazione come la mia, e ha le ruote sgonfie e l’umore sotto i piedi!
Non mollate!!!! Abbiamo la salute, siamo intelligenti, dimostriamo la nostra stoffa a noi stessi innanzitutto e poi al mondo. Rendiamoci giustizia! Proviamo a non vedere la tegolata come una sconfitta e basta. Ok sto per perdere una battaglia…ma io personalmente…non perderò…ci guadagnerò in salute, non mi accontenterò più, o almeno ci proverò, non mi farò umiliare più (né io né il mio cervello) e finalmente ritornerò a respirare. Qualcosa mi inventerò e se non ci riuscirò, quantomeno ci avrò provato. Male che vada mi rimboccherò ancora una volta le maniche e mi ributterò nella mischia.
Ma il mio sorriso questa volta sarà sicuramente più vero e sincero perché sarò finalmente stata leale verso me stessa!
Questo consiglio accorato, ad ogni modo vale anche per chi un lavoro lo desidera con tutto se stesso e non riesce a trovarlo, e anche per chi un lavoro ancora lo ha e cerca di tenerselo stretto, anche se non gli piace più…l’ho fatto anche io e so bene cosa significa e quanto sia difficile tenere duro. Anche quelle sono tegolate in testa! Ma, tutti meritiamo un’altra opportunità, tutti meritiamo di renderci giustizia, tutti meritiamo di fare un sorriso pieno e sincero. Quindi non mollate! Mai! E cercate di non perdere il vostro entusiasmo per le cose!
Il buon vecchio Liga non ha torto, …il meglio deve ancora venire! E seppure poi non dovesse essere così d’altra parte l’essere negativi non è d’aiuto a nessuno!!
Coraggio!
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